Oltre la Sostenibilità all’interno della Comunità Canopy
Un workshop per un impatto positivo e duraturo su ecosistemi naturali e comunità
Fonte: Regg3
Data: 11/12/24
Regg3 ha organizzato un workshop presso il Canopy uno spazio dell’Università di Cambridge che rappresenta una community di startup e imprenditori impegnati nell’affrontare le sfide globali della sostenibilità.

Al workshop sono stati riuniti otto referenti di aziende e associazioni che operano nel Regno Unito provenienti da diversi settori, con l’obiettivo di esplorare e applicare il modello rigenerativo di Regg3.
Le pillole di apprendimento del workshop
  1. Cosa intendiamo per Rigenerazione oltre la Sostenibilità?
Passare da un approccio degenerativo, che consuma risorse e genera scarsità, a uno rigenerativo significa promuovere collaborazione e abbondanza, creando condizioni favorevoli per l’ambiente e la società. Questo richiede di superare la green economy, che si limita a comunicare pratiche positive di corporate giving, spesso marginali rispetto al modello di business principale.

Inoltre, la sostenibilità tradizionale si concentra principalmente sulla conformità normativa o su azioni di mitigazione, come puntare alla carbon neutrality o al net zero. Il vero obiettivo non dovrebbe essere solo la neutralità, ma un impatto positivo netto. La rigenerazione rappresenta l’orizzonte ideale, puntando all’innovazione per ricostruire i sistemi ecologici e rafforzare il tessuto sociale, generando valore e trasformazione reale.
Questo cambio di paradigma è necessario per superare due sfide comuni quali il greenwashing, che si limita a comunicare risultati superficiali e il greenhushing, che trattiene informazioni per paura di critiche.

2.Cosa distingue "Impact" da "Output"?
L’Output rappresenta ciò che un’organizzazione produce in termini quantitativi: il numero di attività svolte, progetti completati o beneficiari raggiunti. Per misurarlo, sono sufficienti i dati interni dell’organizzazione.
L’Impact, invece, riguarda i cambiamenti significativi e duraturi generati dalle attività dell’organizzazione all’interno del sistema naturale o sociale di riferimento. Per valutarlo, è necessario combinare i dati dell’organizzazione con quelli relativi al contesto esterno.

3.Quali sono le aree di impatto di un Modello Rigenerativo?
Le aree di impatto rigenerativo si basano su indicatori misurabili e oggettivi, pensati per valutare l’effetto delle azioni di un’organizzazione su ecosistemi e comunità. Le 6 aree ambientali, come Biodiversity e Material Footprint, e le 6 aree sociali, come Education e Nutrition, presentate durante il workshop, non sono state selezionate casualmente.
Queste aree derivano da studi accademici avanzati e dalla letteratura più recente sull’economia rigenerativa. Tra i riferimenti principali troviamo la teoria dei sistemi elaborata da Fritjof Capra e colleghi, oltre al modello dello spazio economico rigenerativo proposto dalla Teoria della Ciambella di Kate Raworth.
Dalla Teoria alla Pratica - Comprendere il Modello Regg3
I punti chiave affrontati durante la sessione di apprendimento hanno fornito le basi per comprendere il modello rigenerativo di Regg3. I partecipanti sono stati coinvolti in un’applicazione pratica del modello, articolata in quattro fasi.

1.Scelta dell’area di impatto
I partecipanti sono stati invitati a selezionare le aree di impatto più rilevanti per il modello di business e le operazioni di un’azienda a loro scelta.
Abbiamo usato come esempio l’area Nutrition per un’azienda immaginaria, identificata come Company A, che opera nel settore alimentare in Italia.

2.Selezione del contesto territoriale
Successivamente, i partecipanti hanno identificato i paesi o i territori in cui l’organizzazione opera, per analizzare i bisogni locali.
Nel caso di Company A, abbiamo scelto l’Italia e abbiamo esaminato il contesto relativo all'accesso al cibo nutriente nel paese.

3.Calcolo della domanda di impatto in un contesto territoriale
In questa fase, i partecipanti hanno esaminato i dati di soglia, che definiscono i valori critici per ogni area di impatto (ad esempio, il limite massimo per gli indicatori biofisici e il minimo per quelli sociali), e i dati di contesto, che forniscono informazioni sull’ambiente e sulle necessità sociali locali. È stato calcolato il gap, ovvero lo spazio d’azione rigenerativo tra il valore di soglia e il contesto in cui l’organizzazione opera.

Nel caso di Nutrition abbiamo stabilito il valore soglia di 2700 kcal per persona al giorno, che rappresenta l’assunzione calorica minima per evitare la malnutrizione, secondo le linee guida internazionali. Inoltre, è stato considerato che il 100% della popolazione dovrebbe avere accesso a questa quantità di calorie ogni giorno. In Italia, sebbene la media di calorie consumate superi tale valore soglia, persiste un problema di insicurezza alimentare, con circa 1,3 milioni di italiani che non riescono a raggiungere le 2700 kcal quotidiani. Queste persone, infatti, consumano solo 1480 kcal due volte a settimana, creando un gap di 1220 kcal che va colmato. Questo divario evidenzia la necessità di interventi per garantire un accesso uniforme al cibo nutriente.
Fonte: FAO; Food and Agriculture Organization of the United Nations.

4.Dati target
L'ultimo passaggio ha riguardato la raccolta di dati target, ovvero informazioni specifiche sulle attività dell’azienda e sugli impatti delle sue operazioni in relazione alle aree di impatto ambientale e sociale, per ciascun paese in cui l'azienda è attiva.

Nel caso di Company A (target), sono stati raccolti dati relativi allo spreco alimentare e alle attività mirate a migliorare l'accesso al cibo. Per facilitare l’analisi, questi dati sono stati convertiti in kcal. Dall’esempio emerge un totale di 1.400.000.000 kcal di spreco alimentare, che rappresentano un impatto negativo per l’azienda poiché contribuisce ad aumentare il gap. Per migliorare l’accesso a cibo nutriente destinato alle persone vulnerabili, Company A potrebbe concentrarsi sulla redistribuzione del cibo in eccesso, collaborando con altre organizzazioni attraverso partnership strategiche.
Tre curiosità emerse dai partecipanti
La sessione finale del workshop ha rappresentato un momento cruciale di riflessione e dialogo, in cui abbiamo avuto l'opportunità di raccogliere i feedback dei partecipanti. Tra i temi principali trattati, abbiamo esplorato:
  • State considerando di sostituire/replicare gli attuali standard GRI e KPI simili con i vostri?
No, il nostro obiettivo non è sostituire gli standard esistenti come il GRI, ma piuttosto integrarli e potenziarli. Noi vogliamo aggiungere valore, migliorando la misurabilità e l'interpretazione dei dati già raccolti con il nostro prodotto e il nostro modello. L’obiettivo è fornire alle aziende strumenti concreti per misurare l’impatto rigenerativo e andare oltre la semplice conformità alle normative.

  • Come vendete la quantificazione dell’impatto?
Attraverso certificati R3, ovvero token digitali che rappresentano il valore rigenerativo creato da un’organizzazione. Possono essere acquistati, utilizzati e successivamente rivenduti nel mercato secondario R3 quando l'azienda raggiunge determinati standard rigenerativi. Questo sistema consente alle aziende di monetizzare il valore rigenerativo, promuovendo la trasparenza e l’investimento in iniziative sostenibili.

  • Esistono differenze esigenze regionali e nazionali. Vi limitate solo a dati nazionali?
Riconosciamo l’importanza delle differenze regionali e nazionali, poiché l’impatto delle azioni rigenerative varia in base al contesto geografico. Disponiamo di dati a livello nazionale, mentre quelli regionali possono essere ottenuti attraverso database statistici più dettagliati, che però comportano costi aggiuntivi.
Il modello Regg3 è stato progettato per essere adattabile e contestualizzato, consentendo di valutare ogni area di impatto tenendo conto delle caratteristiche e delle priorità specifiche di ciascun territorio.
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