Alla base dell’impennata dei prezzi c’è un’anomalia legale poco conosciuta ma ampiamente sfruttata: un loophole nella legislazione federale tedesca che permette ai proprietari di eludere i limiti di prezzo affittando appartamenti arredati e a uso temporaneo. Queste locazioni, escluse dal controllo dei canoni (Mietpreisbremse), consentono di applicare tariffe fino a cinque volte superiori alla media cittadina. A Berlino, appartamenti normalmente affittati a 7.67 €/mq vengono oggi offerti a oltre 30 €/mq se temporanei e arredati, arrivando in certi casi a 50 €/mq.
Questo escamotage, pensato per accogliere professionisti internazionali in transito, è ormai diventato la norma: in quartieri come Kreuzberg, il 70% delle offerte rientra in questa categoria. A livello nazionale, le inserzioni per alloggi temporanei arredati sono aumentate del 185% in dieci anni, mentre quelle per affitti a lungo termine sono crollate del 60%.
Dietro il fenomeno si è sviluppata un’intera industria di piattaforme digitali come Wunderflats e Housing Anywhere, che assistono i proprietari nel trarre massimo profitto da questo sistema. Offrendo “soluzioni chiavi in mano” – gestione, arredo e consulenza legale – queste startup, spesso finanziate da fondi di venture capital, incentivano ulteriormente l’allontanamento dall’affitto regolato.