Quando il green marketing ostacola la verità: il caso San Benedetto
Perché è fondamentale chiedere prove concrete nel green marketing
Fonte: Il Fatto Alimentare
Data: 10/10/24
San Benedetto ha lanciato una campagna pubblicitaria per le sue bottiglie d’acqua minerale, evidenziando l’etichetta ‘Ecogreen’ e la dichiarazione ‘CO2 impatto ZERO’. Questi claim, associati a uno spot trasmesso su La7, puntano a catturare l'attenzione dei consumatori, ma sollevano interrogativi sulla loro validità e trasparenza.
Ecogreen o Greenwashing?
Il termine ‘Ecogreen’ appare generico e privo di riferimenti misurabili, contribuendo a una confusione tra i consumatori. Le espressioni ‘Zero Waste’ o ‘Net Zero’, al contrario, hanno un significato preciso e sono più accettabili in un contesto commerciale. La comunicazione di San Benedetto, che afferma di avere un “impatto zero”, risulta ingannevole, in quanto ogni attività produttiva ha inevitabilmente un impatto ambientale. L’azienda menziona una “compensazione della CO2” senza fornire dettagli specifici, violando così le norme ISO 14021/2016 che richiedono trasparenza e documentazione chiara per tali affermazioni.

I consumatori dovrebbero essere critici nei confronti di claim ambigui come ‘impatto zero’, preferendo termini più precisi come ‘Carbon neutral’. È essenziale riconoscere che le normative europee e le linee guida del Conai avvertono contro le autodichiarazioni ambientali non verificabili.

Pertanto, è fondamentale richiedere prove concrete e riferimenti scientifici quando si incontrano affermazioni ambientali. Di fronte a queste problematiche, Il Fatto Alimentare ha sollecitato il Comitato di controllo dell'Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria a censurare lo spot di San Benedetto e a richiedere modifiche alle etichette, evidenziando la necessità di comunicazioni più chiare e accurate nel settore.
I consigli di Regg3
Nel contesto attuale, in cui molte aziende, grandi e piccole, si dichiarano eco-friendly, è fondamentale per i consumatori sviluppare una consapevolezza critica per distinguere il vero impegno ecologico dal greenwashing.

Ecco alcuni consigli pratici che possono aiutarti a fare scelte più informate e consapevoli:
  1. Attenzione al packaging: non lasciarti ingannare da confezioni nei toni del verde e del marrone o da immagini evocative della natura.
  2. Controlla le certificazioni: verifica che l'azienda possieda certificazioni ambientali riconosciute a livello internazionale. Certificazioni autentiche devono provenire da enti di certificazione esterni e imparziali, non da autoproclamazioni del brand.
  3. Leggi attentamente gli slogan: fai attenzione a slogan che sembrano “green” ma che contengono informazioni vaghe o eccessivamente tecniche, rendendo difficile la comprensione.
  4. Analizza l'intero ciclo di vita del prodotto: diffida delle aziende che si concentrano sull’ecosostenibilità di un singolo aspetto senza fornire informazioni sull’intero ciclo di vita del prodotto.
  5. Usa la tecnologia a tuo favore: approfitta delle app e delle risorse online disponibili per verificare le credenziali di un marchio.
  6. Informati sulle pratiche aziendali: segui le notizie e i report riguardanti le pratiche aziendali per rimanere aggiornato su eventuali controversie riguardanti il greenwashing.

Adottare queste semplici pratiche può aiutarti a evitare di cadere nella trappola del greenwashing e a compiere scelte di consumo più responsabili e consapevoli, contribuendo così a un futuro più sostenibile.

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Noi in Regg3 misuriamo l'impatto con un modello validato e scientifico.

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