La prima comunità energetica legata a uno stadio in Italia
Come Udine ha trasformato il calcio in una fonte di energia condivisa
Fonte: Lifegate
Data: 09/05/25
Negli ultimi anni abbiamo imparato che la transizione energetica non è solo una questione tecnologica, ma una sfida culturale e sociale. Serve un nuovo approccio, che metta al centro le comunità, la trasparenza e la condivisione. È su questi principi che si fondano le comunità energetiche rinnovabili (CER), un modello in rapida espansione che sta già cambiando il volto dei territori italiani — e che, oggi, entra anche nel mondo del calcio.
Una nuova sfida: produrre energia insieme, per tutti
Le CER nascono da un’idea semplice ma potente: cittadini, imprese e istituzioni che si uniscono per produrre, consumare e scambiare energia da fonti rinnovabili, come il fotovoltaico. L’energia viene generata localmente e condivisa, riducendo costi, sprechi e dipendenza da fonti fossili. I benefici sono ambientali, sociali ed economici: si abbattono le emissioni di CO₂, si rafforza l’autonomia energetica del territorio, si creano reti di collaborazione concreta.

Ma per trasformare questa visione in realtà, servono esempi coraggiosi e replicabili. Uno di questi arriva da Udine.
Lo stadio che condivide energia
Con l’iniziativa “Energia in campo”, l’Udinese Calcio e Bluenergy Group hanno dato vita alla prima comunità energetica rinnovabile legata a uno stadio in Italia. Il cuore del progetto è il Bluenergy Stadium, dotato di oltre 2.400 pannelli solari e capace di produrre 1,1 MWh di energia l’anno. Di questa, il 30% — non utilizzato direttamente dallo stadio — viene redistribuito ai tifosi e alle imprese del territorio.

Il risultato? Energia pulita, costi ridotti e incentivi accessibili per chi entra a far parte della comunità. Ma c’è di più: i ricavi generati vengono reinvestiti in un progetto sociale concreto, a supporto del reparto di neuropsichiatria infantile dell’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale. Un impatto misurabile, reale, che tiene insieme innovazione, sport e benessere collettivo.
Perché questo modello funziona?
Il caso Udinese non è solo un progetto virtuoso, ma un esempio di nuovo posizionamento strategico per un’organizzazione. Un modo per diventare attore attivo sul territorio, generare valore condiviso, costruire una reputazione solida e credibile. E, soprattutto, dimostrare con dati alla mano il proprio impatto.

Ed è qui che entra in gioco Regg3.
Oltre la sostenibilità con Regg3
Progetti come quello di Udine non devono restare iniziative isolate. Il nostro lavoro in Regg3 è proprio questo: rendere replicabili e scalabili queste esperienze, supportando enti pubblici, imprese e organizzazioni a costruire strategie basate su dati certificati e risultati misurabili.

Con il nostro modello, aiutiamo i clienti a: Migliorare credibilità e reputazione verso stakeholder e istituzioni.

  • Migliorare credibilità e reputazione verso stakeholder e istituzioni.
  • Guidare scelte strategiche con il supporto di dati territoriali verificati, anche da enti terzi come RINA.
  • Misurare e valorizzare l’impatto generato, per comunicare in modo trasparente e fondato.
  • Rafforzare le relazioni con partner, investitori e donor.
  • Accedere in modo più efficace a bandi pubblici e finanziamenti, grazie a evidenze solide e tracciabili.

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